24 Novembre 2008
Dogubayazit-Maku(Iran) Km 76
"GOODMORNING IRAN"
Che regalo per un naturaider...
Alle cinque stamane ero gia sveglio. Non erano i primi bagliori sul cuscino a distrarmi dal mio riposo ma il piacevole pensiero della tappa di oggi.I km non sono tanti e l ufficio delle poste apre alle 8.30.Decido cosi di deviare per Ishak Paşa. Questo palazzo in stile ottomano del XVII sec. e posto su di un altura a sei km da Dogubayazit.la stradina sale tutta su pave attraversando caserme e campi di addestramento militari.Non ho mai visto cosi tanti carri armati nemmeno nei film...
Per fortuna che dura poco..fino a che la montagna sacra mi si mostra con tutta la sua magnificenza.La neve e i ghiacciai della sommita quasi brillano da quanto l aria e fresca e ripulita dal vento mentre affianco il piccolo ararat sembra un cono rovesciato con lo zucchero a velo.Trascorro un ora circa di fronte al portale con rilievi finemente decorati del palazzo con la speranza di entrarci.Speranza vana i lavori di restauro lo terranno chiuso per un bel po.
Scendo allora con un sole che quasi riscalda dal promontorio dove il palazzo, a quasi 2000m, domina la citta.
Il paese forse merito del sole e in fermento.Uomoni e ragazzi trainano e vendono da carretti stile dopoguerra coloratissimi agrumi e pesce fresco.Mi fermo nel "reparto" dolci e dopo aver imbucato una lettera mi avvio attratto e senza alcuno sforzo verso il vulcano Ararat che mi accompagnera verso la frontiera di Gurbulak.
Qui a due kilometri inizia la colonna di tir in attesa dei controlli.Ne supero un bel po fin tanto che perdo il conto e decido di cambiare corsia per incontrare cosi tranquilli e beati un gruppo di turchi che riempivano l attesa con il classico cay.Uno di loro mi dice che il te proviene dal Kurdistan turco e piu precisamente da Meridan.Ed e il piu buono di tutta la turchia...A me sembra simile a tutti gli altri.Li ringrazio davvero tanto e come loro ringrazio tutta la turchia per la sincera accoglienza e cordialita.
Primo controllo passport regolare,il secondo ancor piu veloce mentre in lontananza scorgo l immagine dell ayatolah Khomeini che mi aspetta.. un ultimo km circa di leggera salita recintato e deserto non ci sono macchine, i camion seguono un altro accesso e cosi che solo con la mia bicicletta arrivo al cancello alto due metri con l ultim bandiera turca.Il poliziotto dopo avermi timbrato il passaporto mi fa cenno di andare e aziona il cancello e subito dopo lo richiude.Forse per un mio ripensamento?Una volta entrato ad un metro di distanza il cancello iraniano colorato di verde bianco e arancione.
Mi sento in gabbia.Solo dal cielo potrei evadere...
Passano diversi minuti dall arrivo di un agente della polizia iraniana gia con il sorriso.Vedere un ciclista dietro le sbarre fa ridere.Ed e per questo che rido anch io.Gli porgo il passaporto e dopo altri cinque eterni minuti mi apre il cancello e mi accompagna sempre con il ghigno sotto i baffi nella zona transiti.Timbrato e spiegato il mio itinerario all ennesimo poliziotto cambio dei solti nell ufficio cambio dopo aver allonanato numerosi cambiavalute con pacchetti di banconote in mano che mi chiedevano il cambio al nero.
Una volta ritirati i miei due milioni di rial iraniani(l equivalente di 200 dollari), posso respirare aria nuova.La giornata e tiepida il sole e al mio fianco e molte persone mi danno il benvenuto.Stavo dimenticando, chiamatelo caso ma nella zona transiti sono stato avvicinato e accolto da un rappresentante della federazione ciclistica iraniana con tanto di maglietta e tesserino di identificazione in mano che desiderava una foto con me.O forse con la mia bici...
Ultimi chilometri prima dell arrivo a Maku incastrata in una profonda gola che con le sue pareti rocciose affascina non poco soprattutto quando viene sera e i profili neri si stagliano ben delineati nella luce che si affievolisce .
Di solito i confini sono visti come muri e attraversarne uno come quello iraniano sembrerebbe un azzardo.In bici poi...
Ma le persone che ho visto e sentito comunicano altro.
Sebastiano
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