1 gennaio 2007












Maerne (VE)-Santiago de Compostela in bicicletta
“A volte Non tutti cercano la velocità”
Chi non si è mai almeno una volta nella vita sentito dire:”hai voluto la bici?adesso pedala….”
Io molte volte. Ed è proprio da questo luogo comune, piacevolissimo e sentito in occasioni di difficoltà o di salita che ho deciso di alimentare la mia passione per la bicicletta.
Un viaggio verso Santiago de Compostela iniziò a balenarmi per la testa negli ultimi mesi del 2004 quando per motivi personali dovetti rimandare un paio di viaggi tra cui la prima edizione del Naturaid Marocco 2004, gara in MTB organizzata dall’abile e valoroso Maurizio Doro. Decisi così che il successivo spostamento dovesse aver inizio una volta chiusa la porta di casa.
Fu così che, complice una recente testimonianza di un amico trevigiano che percorse il camino a piedi, cominciai a disegnare nei miei pensieri il percorso che mi avrebbe portato di fronte all’Oceano, passando per la pianura Padana, le Alpi, la Francia, i Pirenei, e la Spagna del nord.
Anticamente un viaggio di queste dimensioni significava giungere ai confini stessi del mondo conosciuto, finis terrae. Tuttavia nel periodo odierno i briganti, la presenza di popolazioni ostili e i pericoli d’ogni sorta si sono trasformati in sentieri tranquilli ricchi di persone cordiali e ospitali che diventano la vera essenza e scoperta di questo percorso.
Il Camino de Santiago dichiarato nel 1987 itinerario culturale europeo dal Consiglio d’Europa e in seguito nel 1993 patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, porta al sepolcro che la tradizione attribuisce all’apostolo Giacomo.
Santiago de Compostela deriva da campus stellae. Si narra che nell’IX secolo proprio una pioggia di stelle indicò ad un eremita di nome Pelagio il punto dove furono poi ritrovate le spoglie dell’Apostolo e di due suoi discepoli. La leggenda poi si mescola facilmente con la storia quando il ritrovamento del corpo coincise con la vittoria di re Ramiro I d’Asturia sui mori proprio grazie ad un’improvvisa apparizione di Giacomo che in sella al suo cavallo bianco rovesciò le sorti della battaglia inaugurando la reconquista. La storia prosegue e nasce così una delle mete di pellegrinaggio più importanti della cristianità.
La parola pellegrino deriva dal latino peregrinus che significa straniero, in altre parole colui che si muove fuori dalla sua terra natale, e proprio in questa figura s’identifica una persona semplice che si muove con pochi mezzi, trasandato ma disposto ad enormi sacrifici pur di raggiungere la conoscenza di luoghi tanto desiderati.
Il pellegrinaggio non è una prerogativa del cristianesimo ma è ben radicato nella storia d’ogni popolo; basti pensare che già l’antico Egitto praticava il pellegrinaggio, vennero poi i pellegrinaggi a Gerusalemme per i giudei, sul fiume Gange per gli induisti e la Mecca per il mondo musulmano. Un tentativo dunque di relazionarsi con Dio.
Quattro erano gli itinerari che attraversando la Francia giungevano a Santiago. La via turonense a nord, la via lemovicense, la via podiense a sud e la via tolosana ancora più a sud vicino al mare che partiva da Arles passava per St-Gilles, Montpellier, Tolosa e superava i Pirenei a Somport.Per le prime tre, il valico era invece situato a Roncisvalle. A Puente la Reina, l’unione di queste vie sanciva l’inizio del tracciato ancora oggi il più percorso che prendeva il nome di Chemin de St.Jacques o “camino frances”.
Gli italiani che volevano raggiungere Santiago, prima di iniziare la Via Tolosana raggiungevano Arles o attraverso la Via delle Alpi che toccava Milano, Novara, Vercelli, Torino, Susa, il passo del Monginevro, Briancon, Tallard, Avignone, Arles o seguendo l’antico tracciato romano della via Aurelia lungo il litorale ligure fino ad Arles.
Per la scelta dell’itinerario dopo aver valutato percorsi d’illustri veneziani, che intrapresero fin dal XIV secolo la via verso la terra di Spagna, ho deciso di prendere la strada con direzione Padova, Monselice, attraversando poi la pianura Padana costeggiando il più possibile il fiume Po fino a Torino passando per Piacenza, Casale Monferrato. Seguirò poi la Val di Susa per valicare le Alpi sul Passo del Monginevro, scendendo poi per Briancon, la valle della Durance fino ad arrivare ad Arles. Proseguirò poi per Beziers, Carcassonne, Tolosa, Auch, Lourdes, Oloron St. Marie e St.Jean Pied-de Port.Da Roncisvalle inizierò l’itinerario ben definito che attraverserà Pamplona, Puente la Reina, Burgos, Leon, Astorga, arrivando così a Santiago de Compostela.Nel tratto spagnolo cercherò dove possibile di seguire il camino(sterrato) e dove non lo sarà percorrerò la carretera (nastro d’asfalto). Deciderò giorno per giorno secondo il tempo, le condizioni fisiche e dell’umore la via migliore.
Una volta raggiunto Finisterre e ascoltato l’Oceano ritornerò a Santiago per poi rientrare in aereo a Venezia.
Non avendo alle spalle nessun’esperienza cicloturistica ma prevedendo una prima parte del percorso su asfalto e una seconda su sterrato partirò con la mia tanto cara mountain-bike su cui sistemerò il mio bagaglio con portapacchi posteriore e borsa anteriore applicata al manubrio. Personalmente cerco di evitare peso sulla schiena se non per brevi escursioni.

17 aprile partito!
Cielo terso, in direzione riviera del Brenta, Padova, e le città medioevali di Monselice, Este, Montagnana. Da qui mi dirigo verso la pace e la tranquillità della campagna Padovana fino al monastero di San Salvaro sulla sponda destra del fiume Fratta, vicino al confine Veronese dove troverò rifugio per la notte. La 2 foto allegata scattata al museo delle antiche vie inserito in una suggestiva ala del Monastero ripercorre l'evoluzione del territorio e l'esistenza degli antichi tracciati stradali della zona.
A presto Seba

18 Aprile 2005 
Il Po nei pressi di Mirasole
Buongiorno a tutti"voglio vivere così col sole in fronte e felice canto beatamente....."
Ho canticchiato spesso quest'oggi quel motivetto di cui non ricordo nemmeno l'autore.
Tutto è trascorso splendidamente.
Ho concluso anche oggi il mio spensierato girovagare che mi ha portato attraversando prima l'Adige a Legnago, le Valli Veronesi, Bregantino(città della Giostra) ed Ostiglia ad avere la prima visione di sua maestà il Po.Superatolo ad Ostiglia in direzione Revere e S.Benedetto Po ho proseguito per piccoli paesi che nascondevano gelosamente, piazze d'altri tempi con la chiesa (magari romanica del XIsec come a Pieve di Coriano), il patronato, il municipio, il bar e quei pochi abitanti incuriositi al passaggio di un così strano individuo.
A Quingentole le prime rampe mi portano sull'argine del fiume Po. A lungo lo costeggio su fondi asfaltati e sterrati, e che ben si addicono ad un Naturaider.
h 14,00 punto di ristoro e di sosta in una genuina Trattoria(da Franca) prima di riprendere la via verso Suzzara, Luzzara e Guastalla.Giunto fin qui trovo una postazione internet nella biblioteca comunale che mi consente di scrivervi e di invitarvi a pedalare assieme a me nei prossimi giorni (se vorrete) ancora lungo il fiume Po.
Ciao Seba

19 Aprile Guastalla-Pavia km 160
Buondì
Partito "dall'ombelico" della pianura Padana.
Così viene definita Guastalla, crocevia equidistante tra Reggio Emilia, Mantova e Parma.
Ieri sera dopo aver ammirato a lungo il Grande Fiume ho avuto il piacere di incontrare persone che conoscono bene il più grande fiume italiano per lunghezza e portata. E con tristezza ho saputo che le sue acque sono costantemente degradate dall'inquinamento delle città che non possiedono ancora un depuratore, dalle industrie che lo usano per scaricarvi le acque nere ed infine dall'eccessivo utilizzo di diserbanti e fertilizzanti nell'agricoltura.
Tutto questo fa male al grande fiume.
Emergono gli anni in cui andavano a giocare con la sabbia sulle spiagge formate dal fiume nei periodi di secca. Tutto questo lascia una profonda amarezza.
Il Po fa parte della cultura della storia e della vita di molti abitanti. Mi sembra un valido motivo per curarlo.
La giornata si preannuncia all'insegna della pioggia. Ed è così che sotto la pioggia attraverso Brescello.
"C'era una volta un paesino"
Comincia così uno dei films della serie Don Camillo e Peppone.
Attraverso piazza Maggiore e proseguo tra i portici e le le case tutt'intorno. Mi piacerebbe fermarmi per visitare il Museo a loro dedicato ma la giornata non promette bene e mi avvio così verso Colorno, Coltaro, Zibello dove proseguo per l'omonima Strada del Culatello. Breve sosta a base di Culatello ovviamente ed ancora sotto una costante pioggia passo per Busseto Cortemaggiore Piacenza, Stradella dove una volta riattraversato Po e Ticino assieme entro in Pavia.
Qui grazie alla cordiale ospitalità di Don Andrea, troverò riparo nel seminario, uno splendido complesso a due passi dal duomo.
Nonostante la pioggia ho potuto ammirare molte costruzioni rurali che dominano incontrastate le campagne circostanti.
Mi pare di aver scaricato anche per oggi una notevole quantità di tossine
A presto Seba

20 Aprile 2005 Pavia-Torino 147Km
Lascio Pavia nel giorno del mercato.La piazza di fronte al duomo é piena di gente nonostante la sottile pioggia che rende scivoloso i sanpietrini del centro storico.Attraverso Sannazzaro, Pieve del Cairo e Frascarolo un itinerario nel parco fluviale del Po. I paesi sembrano zattere in mezzo alle risaie. Alcune porzioni di terra si trovano sommerse altre temporaneamente all'asciutto.Tutto questo mi ricorda, sebbene vista l'età solo attraverso lo schermo televisivo, la figura delle mondine.Donne che dall'alba al tramonto a gambe nude nel fango mondavano il riso e che ora testimoniano un immagine popolare di spensieratezza e gioia. E con questo spirito avvisto l'arco alpino imbiancato. Crescentino, Brusasco, Cassino Torinese, Torino Raggiungo l'ostello a San ito da dove si domina Torino.
Ciao Sebastiano

21 Aprile 2005 Torino-Novalesa 83Km
Ritorno sulla strada con la cordialità e la generosità dei cuochi dell'ostello che si rendono disponibili a soccorrermi (come l'ACI) sulla via del Monginevro.
Attraverso il Po pedalo lungo piazza Vittoria e corso Francia.
La città é caotica i cantieri di lavoro non si contano, non manca molto alle prossime olimpiadi invernali di Torino 2006 e proprio la nitida vista di fronte a me delle montagne aumenta in me il desiderio di abbandonarla. Fino a Susa percorro la pista cicloturistica che risale la valle. Prati verdi cavalli mucche e molto vento mi accompagnano a Novalesa sulla strada del Moncenisio. Prima di dirigermi verso l'Abbazia di Novalesa dove trovero' riposo per il fisico e armonia per lo spirito mi perdo per il piccolo paese ai piedi del Rocciamelone (3538m) dove in un angusto negozio di alpinismo (meglio dire covo di alpinisti) conosco, Alberto guida alpina con cui scopro una comune amicizia con Oskar altra guida alpina che ora, vaga libera e vagabonda per l'immensità del cielo.bastian

22 Aprile 2005 Novalesa-Embrun 113Km
La notte nella foresteria adiacente alla chiesa é trascorsa velocemente.
La sveglia alle 5.30 con lo squillante suono della campana che richiama i fedeli alla prima funzione della giornata,mi rimette in piedi dopo aver assaggiato nel giorno precedente la prima vera salita del giro, il Mocenisio. In una chiesa ancora buia dove soltanto qualche lumino emana una tenue luce mi raccolgo con i monaci benedettini per l'ufficio delle letture. Dopo la colazione la messa. Dopo aver ringraziato per l'ospitalità mi rimetto in viaggio verso Susa,Oulx, Cesana Torinese.Salendo, prima di raggiungere il centro abitato di Cesana incontro Marina che scopro dopo poco aver preso parte al viaggio in America che io avevo dovuto abbandonare il giorno antecedente la partenza. Ci scambiamo alcune impressioni e ci stupiamo a volte sulla fatalità degli incontri.
Riparto con più vigore e forza verso il passo del Monginevro che scopro essere appena (questione di minuti) chiuso per un ora e mezza causa lavori di bonifica della sede stradale. In qualche maniera, visti i pochissimi minuti di ritardo e il mezzo su cui viaggio, riesco a convincere l'addetto.
Come un ciclista d'altri tempi da solo in fuga mordo la salita e scollino da solo il passo.Qualche foto e poi via ben vestito verso Briancon, da dove fino a Embrun proseguiro' con vento contro. A presto Seba

23 Aprile 2005 Embrun-Forcalquier 140km
Il sole di ieri oggi me lo posso scordare. Dopo una notte di pioggia mi rimetto in viaggio con l'assetto da bagnato. Pedalo verso Tallard,e Sisteron dove mi fermo per rifocillarmi.Con il freddo consumo di più. Non so perchè ma mi accorgo di cominciare a metabolizzare questa mia esperienza. A pomeriggio inoltrato il tempo migliora decido cosi' di deviare (8km) verso il Monastere Notre_Dame de Ganagobie situato solitario in cima ad un monte e da dove si scorgono sperdute visioni.
Arrivo a Forcalquier godendo al passaggio di cose belle.
Ciao a tutti Sebastiano

24 Aprile Forcalquier-Arles km132
Parco de Luberon
Parto dalla graziosa Forcalquier, dopo aver visitato la chiesa e acceso una candela.
Passo anche dall'ufficio del Turismo dove di solito viene esposto il bollettino meteo per i giorni a seguire. Bel tempo tranne il pomeriggio di oggi. Per il pranzo mi organizzo con baugette e banane che sistemo a portata di mano sopra il bagaglio posteriore (per fermare il bagaglio utilizzo la rete che montano i motociclisti nel serbatoio) e poi via verso il parco del Luberon, pittoresca zona a Sud della Francia.Qui un ottima pista ciclabile mi porta fino ad Apt dove il tempo cambia come il paesaggio che si fa più pianeggiante e la strada fino a S.Remy de Provence sembra un tunnel fatto di platani slanciati verso il cielo. Da qui campagna, con campi di grano e viti basse tanto cara a Van Gogh e tanto bagnata per la gioia del sottoscritto. L'aria comunque anche se bagnata profuma, non so distinguere di cosa forse timo, ma profuma.
Attraverso Cavaillon prima di arrivare ad Arles dove trascorrero' la notte all'Albergue de Jeaunesse.
Ciao Seba

25 Aprile Arles-Séte km 119
Camargue
Se il vento mi fosse stato amico sarei arrivato in un battibaleno. Ma anche se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata una cariola......Giornata dura sempre contro vento una volta lasciata Arles mi immergo nella Camargue da dove un vento di mistral cercherà di non lasciarmi andar via. Il paesaggio propone stupendi stagni dove fenicotteri e aironi si godono il tiepido sole e poi ancora distese di viti. Un cielo limpido mi porta poi fino a Montpellier e Séte il mio approdo per la notte posta su di una magnifica collina sul Mar Mediterraneo.
Felice notte

26 Aprile Séte-Carcassonne km142
Scritta sulla spiaggia
Lascio Francia III attorno alle nove. Cosi' si chiamava la stanza dell'ostello di Séte. Dopo aver fatto attenzione nella discesa che porta in centro, miconcedo un ultimo giro per il porto e imbocco la strada che costeggia il mare con direzione Agde. Lungo questi dieci km a ridosso del mare incontro i primi pellegrini, li riconosco dalla cappa santa appesa allo zaino, una coppia di francesi partiti alcuni giorni fa a piedi da Montpellier. Contano di arrivare per il 25 Luglio. Dopo alcuni minuti ci salutiamo con un gran sorriso e un augurio di buon cammino. La tentazione é forte, non so resistere. Mi fermo attraverso la strada e mi lascio attirare dall'immensità del mare (solo fino alle ginocchia). La linea blu che lo separa dal cielo é interrotta solamente da qualche vela. Mi sembra di essere in una tavola di Hugo Pratt, dove quel gitano e romantico di Corto vaga con il ritmo delle onde. I gabbiani poi che accompagnano la mia pedalata li riconosco sono proprio gli stessi!!
Supero Beziers, Capestang, Trebes fino a Carcassonne dove entro nella città medioevale dove è situato l'ostello.

27 Aprile Carcassonne-St Girons km 136
La grotta le mas d'Azil
Bel tempo, bell'inizio di giornata. Dopo aver visitato la città fortificata parto in direzione Tolosa. Lasciata alle spalle la città mi accorgo già di intravedere le prime cime pirenaiche imbiancate. Decido cosi' di cambiare rotta. Montreal, Fanjeaux, Mirepoix, Pamiers, Le Mas d'Azil e St Girons.
Mai scelta non fu cosi' sofferta ma altrettanto appagante. Si puo' dire che io abbia pedalato esclusivamente in salita, la strada attraversa un ambiente collinare che mi avvicina cosi' ai Pirenei. Prati verdi, mucche al pascolo, pecore ed ancora cavalli richiamano la mia attenzione e alimentano la mia armonia.
Tagliata su misura in particolar modo la strada che da Le Mas d'Azil porta a St Girons.
Piccoli e verdi paesi che durano il tempo di alcune pedalate Arrivo a St Girons dovre per caso trovo un piccolo albergo gestito dalla famiglia Moncassien. Il figlio Frederic ex ciclista professionista ed ora mi pare C.T. della nazionale francese ha indossato la maglia gialla e verde al tour de France. L'ingresso é foderato di foto e di tutte le maglie indossate nelle occasioni più prestigiose. Pensando alla sorte che mi ha portato qui mi addormento facilmente.

28 Aprile St Girons-Lourdes km 151 totali Km 1540
In partenza da Lourdes
Giornata già calda alle nove e mezza del mattino. Proseguo la mia strada che oggi mi porterà a Lourdes attraversando St Gaudens Lannemezan, Capvern e Tarbes. Dopo aver percorso una decina di km mi imbatto in un gruppo di ciclisti fermi al lato della strada,s aranno stati una quindicina. Li saluto con un Allé Bonjours e proseguo con calma. Alcune curve dopo sento in un dialetto famigliare la seguente frase:-"Areo no staghe ciavare el pan" chetradotto significa "Ehi tu non rubare il pane a quel povero ciclista". La mia baguette era a portata di mano e uno del gruppo tentava il colpaccio.
Faccio cosi conoscenza con un gruppo veneto (elleti) di ciclisti di Bassano del Grappa anch'essi diretti a Louders nell'ultima tappa che li ha visti partire da Bassano una settimana fa.
Proseguo forte di quest'altro incontro sotto un sole che riscalda molto la strada e le mie mani fino a Lourdes dove durante la processione serale la combinazione mi porta tra una moltitudine di fedeli a ritrovare gli amici veneti. Chiacchiero un po di strade e di km prima di abbandonarmi a quel fenomeno biologico chiamato riposo.
Notte

29Aprile Lourdes-Saint Jean Pied de Port km 134
Lascio Lourdes carica di luci e di pellegrini e mi immergo nella piu' totale e verdeggiante zona di confine trascorrendo ore tra strade che s'inseriscono timidamente in verdi zone di pascolo.Oloron, Maulon. Ascendo inaspettatamente il col d'Osquich m495 poiche' la mia cartina (se ne possono trovare di piu' dettagliate nei distributori francesi) mancava di questo piccolissimo dettaglio.
Nessuna paura la gradualita' mi porta in un belvedere da schianto. Alle sette di sera, poche sono le persone che si aggirano da quelle parti e cosi' me ne scendo veloce verso l'avanposto di confine.
A Saint Jean Pied de Port l'associazione Les amis du Chemin de Saint-Jeaques in rue de la cittadelle 39 mi accoglie e mi indica il rifugio per la notte. Nella via principale confluivano le tre vie jacopee francesi ed ancora oggi si respira la frenetica attesa del giorno dopo che riservera' il passo per Roncisvalle. Mi addormento dopo il cane nella poltrona della sala. Non ero stanco mi sentivo solo a mio agio. Dopo poco quando l'altro cane scodinzola vicino alle mie gambe tra lo scricchiolio della scala di legno mi porto anche stasera in un caldo giaciglio.
Tra poche ore il gallo cantera'.

30 Aprile Saint Jean Pied de Port-Pamplona Km 76
Au chant du coq....mi sveglio, preparo con l'attenzione e cura di ogni mattina il bagaglio che disfo ogni sera e parto.Sono a meta' della "via delle stelle".Cosi' San Giacomo apparso in sogno a Carlo Magno indicava la via per raggiungere il luogo della sua sepoltura. Ho scelto la via alta,l'antica via romana, la piu' suggestiva.Il tempo e' dalla mia parte.Dai 181m di St Jean mi porto fino ai 1430m del Colladfo de Leopoder dopo un ventina di km tra asfalto strade bianche e sentieri di montagna dove scendo e spingo la bici.
Prima di ridiscendere alla colleggiata di Roncisvalle a 960m non mi rimane altro che il vento e la fatica. La vista mi ripaga di ogni sforzo fatto per raggiungerla. Supero senza accorgermi la frontiera (un cippo ed una fontana) ed un continuo susseguirsi di valli e boschi si apre intorno a me.Navarra. Scelgo la discesa per la via asfaltata, il ripido sentiero si puo' godere appieno soltanto a piedi.
Roncisvalle, il piu' antico ospizio del cammino ospita ancora oggi una moltitudine di gente chi di passaggio chi come base di partenza. Alternando sentiero e statale entro in Pamplona, il suo fascino mi apre le sue porte.

1 Maggio Pamplona-Los Arcos km 77
Trovata ospitalita' dalle suore in pieno centro. Sveglia all'alba, i pellegrini a piedi sono soliti partire presto, quindi scordatevi di dormire fino alle sette. Mi giro e mi rigiro per un ultima volta sopra il mio cuscino e poi via verso una citta' deserta.Incontro soltanto qualche spazzino e qualche podista della domenica. Completamente diversa da ieri sera immaginatevi una Torre di Babele improvvisamente vuota. Mi accorgo di dover ricorrere all'agenda del telefonino per capire che giorno e'. Questo mi lascia perplesso ma in uno stato di piacere. Lascio l'universo di sensazioni che Pamplona da' concedendo
un ultimo omaggio al cippo del vecchio Ernest Hemingway e alla sua "Fiesta" relegato in uno squallido parcheggio a Plaza de Toros. Oltrepassata la zona universitaria comincia la salita dell'Alto del Perdon da cui si intravede la conca di Pamplona da una parte e spazzata dal vento la verde regione della Navarrra. Leggere salite e discese si alternano a campi di grano inquadrati tra borghi e sentieri. Lascio il passo per il nastro d'asfalto piu' sicuro per la bici e di meno disturbo per i pellegrini a piedi. Molti sono i punti in cui si puo' deviare tra camino (sentiero e strada bianca) e carrettera (strada asfaltata). Supero Puente La Reina uno dei punti piu' antichi di tutto il cammino. Qui convergevano le quattro strade indicate nella prima "guida al pellegrino" che un chierico francese nel XII secolo descrisse. Prima di giungere a Los Arcos situata ai piedi di una collina pranzo ad Estella con pane miele ed una mela e dopo una siesta di dieci minuti mentre sello il mio cavallo per ripartire dulcis in fundo. Peter un giornalista televisivo ungherese che sta documentando il camino de Santiago e i vari modi di percorrerlo
mi chiede un'intervista. Emozionato e imbarazzato faccio cosi' il mio mediocre esordio per la Duna Tv. Lasciatogli l'indirizzo mail proseguo ancora incredulo per la mia strada. La mia ombra si allunga sempre piu'
Ormai e' sera Noche

2 Maggio Los Arcos-Santo Domingo de la Calzada Km 83
Cielo Terso. Anche oggi il cercatore si incammina, la regione e' quella della Rioja. Dopo pochi km incontro Carlos, un ragazzo di Santiago del Cile in pellegrinaggio verso Compostela. Pedaliamo assieme mescolando italiano spagnolo e inglese per sentieri e strade battute fino a Logroño dover lo salutero' e proseguiro' verso l'odierna distesa di campagna e sperduti villaggi.Supero Navarrete, Najer. Ad Azofra approfitto di una fontana prima dell'ultimo sforzo. Ed e' qui che un arzillo vecchietto mi si avvicina e mi riceve nella piazza della citta'. In pochi minuti anche se non parlo lo spagnolo riesco a capire dove sono i rifugi,il bar migliore, la via da seguire, quanti pellegrini son passati fino ad oggi e che in paese sono soltanto in tre ad avere circa novantanni. Mi porto via un'altro ricordo indelebile. Pedalo con le mie gambe ma con tutto il suo entusiasmo per gli ultimi venti km. Pedala Muchacho.
Approdo cosi' a Santo Domingo de la Calzada. Calzada in castigliano significa terrapieno, pavimento. Il rifugio e' pieno. Dormiro' per terra sopra una coperta. Altro caso, altra pagina del mio libro che non dimentichero' facilmente.
Adelante

3 Maggio Santo Domingo de la Calzada-Burgos km 80
Sole sereno sulla mia fronte. Oggi dopo esser partito con comodo e aver visto la cattedrale del paese sulla strada per Granon ho incontrato Giuseppe, portoghese. Mi consiglia di andare piano. Per lui la bici e' troppo pericolosa preferisce i suoi grandi piedi. Dopo aver girovagato per tre anni tra Spagna e Francia ritorna al focolare. Ama molto l'Italia e la Francia. Prima o poi arrivera' anche a Roma e chissà anche a Venezia. Sulle note di "lasciatemi cantare" di Toto Cotugno lo saluto e mi porto via un po' di Portogallo con la sensazione di essere appena uscito di casa.

4 Maggio Burgos-Carrion de Los Condes km 84
Esco da Burgos ponendo mille attenzioni alle frecce gialle nascoste dietro ai cartelli nei fusti degli alberi nei marciapiedi. Sembra quasi una "caccia" alla via. Oggi mi attendono gli spazi immensi delle mesete e piccoli puebli per il ristoro. In uno di questi Hontanas reincontro degli amici ciclisti galiziani Eduardo, Salus e Luis che avevo conosciuto a Pamplona. Con la complicita' dell'oste Vitorino mi concedo a vino e tortillas. L'originalita' di Vitorino sta nel fatto che prima di accogliere nel suo palato il vino se lo fa scendere piano piano dalla fronte poi giu' per il naso prima di trangugiarlo da una strana bottiglia. Se passate da quelle parti entrate e concedetevi ad un rinvigorimento del corpo con un Sancio Panza del secondo millennio.

5 Maggio 2005 Carrion de Los Condes-Leon km 96
Un buon cammino,un spensierato cammino a tutti voi.Visto che mi capita di dirlo a molti fin dalle prime ore della mattina lo posso benissimo dire anche a voi.Il mio sereno ritmo mi ha portato anche oggi a pedalare in una distesa tutta dritta,todos recto.Solo una ferrovia o una fila di alberi a sostenere il mio sguardo.A rimpiazzare questa uniformita' ci ha pensato la citta' di Leon.Lasciato il bagaglio nel monastero benedettino, uno dei piu' ospitali del cammino, ho visitato la maestosita'della Cattedrale. Un luogo unico al mondo per la collezione di vetrate.Non trovo le parole per descrivere l'emozione nel vedere trasformata la semplice luce,in cristalli di luce colorata.Esco impressionato e colmo di luce.

6 Maggio 2005 Leon-Ponferrada km112
Giornata solare ma faticosa.Cominciano le montagne che mi porteranno tra un paio di giorni in Galizia.Lascio il rifugio molto presto e assieme ai pellegrini mi porto all'uscita della citta' che lentamente si sveglia.Vado alla stessa andatura ci sono 7gradi e ho bisogno di una partenza lenta. Oggi il mio sguardo e' particolarmente attratto dalle cicogne.Questi splendidi uccelli migratori con il becco rosso costruiscono il loro giaciglio sui campanili e sui pinnacoli di ogni chiesa.Opere di equilibrio e di perfezione. Mi porto con questa vista alla prima salita.Cruz de Hierro,la cima coppi del camino.Valicatolo senza un'ombra per il mio capo e per il mio palato attraverso Manajarin dove un eremita di hospitalero mi pone un sello particolare in quanto percorsi piu' di 1000km.
"Uomini che in un mondo dove tutti guardano la stessa cosa e pensano alla stessa maniera qualcuno va ancora ad esplorare le solitudini per sentire una voce che grida nel deserto per ritrovare l'estasi delle stelle,per scoprire il buio misterioso e segreto dell'origine di una piatta e disincantata civilta' crapulona". tratto da i viaggiatori del dharma di Jack kerouac.

7 Maggio 2005 Ponferrada-Sarria km100
Lasciato il piu' importante presidio dei Templari altra giornata di fatica. O Cebreiro. Superata la valle del Bierzo tra campi e vigneti mi addentro nella valle di Valcarce e premo i pedali sull'ultima salita rompepiernas, spaccagambe.700m di dislivello in 8km. Arrivato nel piccolo paese omonimo fatto di pietre e di pascoli mi fermo,guardo e ascolto. Si prova enorme appagamento ad essere sulla porta per entrare in Galizia. Verde e rigogliosa terra.
La via per la discesa non e' immediata.Dopo alcuni saliscendi ci si trova davanti una discesa tra colline cosparse di pascoli che fuggono sempre troppo velocemente. Compagna di discesa, una puntina da disegno che adagiatasi nel mio copertone anteriore mi seguira' forzatamente senza essere troppo indiscreta fino a Sarria.

8 Maggio2005 Sarria-Arzua km78
Lascio Sarria con il pensiero di essere vicino all'approdo.La bruma mattutina mi accompagna tra continui su e giu' immerso in boschi che sembrano incantati.Il sentiero tra anziane quercie e vecchi castagni attraversa silenziosi paesetti dove gli abitanti sono in netta minoranza rispetto alle mucche al pascolo e ai cani che ho incontrato.Questi ultimi docili,non sono agressivi non abbaiano al passaggio di estranei.Forse perche' abituati alla bonta' dei pellegrini. Oltrepasso Portomarin e Melide, citta' del Pulpo Gallego specialita' imperdibile.Inizialmente pensavo di fermarmi. Qualcosa pero' non mi convince ed e' cosi' che decido di proseguire. Saggia scelta.Sulla via per Arzua incontro Marco un veneto di Bassano del Grappa che alla mia domanda"sei per caso italiano?"mi rispose no sono veneto. Il giorno precedente mi era capitata la stessa cosa con un Basco.Fierezza e dignita'. Imparo cosi' che l'idioma veneto e' una lingua non un dialetto(lo dice l'Unesco) usata da piu' di mille anni come lingua ufficiale dalla Serenissima Repubblica di Venezia o che in Brasile ci sono piu' veneti che brasiliani, che la nostra regione e' la prima d'Italia come patrimonio culturale e che in questa comunita' itinerante che si mescola lungo il cammino vale la pena ricordare a tutti che grande regione sia il Veneto.Auguro tutta la fortuna al libro sul veneto e i veneti che pubblichera' e torno a volare con l'allegria di sempre verso Arzua.

9 Maggio Arzua-Santiago de Compostela km 41 Ventitreesimo giorno km totali 2501
Parto presto.E' ancora buio con un po' di difficolta' e una sottile pioggierella ricerco le frecce gialle e i cippi che mi porteranno a Santiago.Ancora una volta il mezzo che mi accompagna mi e' fedele e km dopo km tra boschi di
eucalipti mi avvicino alla meta.L'importante era arrivare recitava l'antica regola dei pellegrini.Preferisco pero' riconoscere a questa esperienza un ruolo importante ma marginale se paragonato al dono meraviglioso della vita. Scopro con nostalgia le ultime indicazioni tra i vicoli della citta' prima di sbucare in Plaza do Obradoiro dove lo sguardo si perde e l'emozione si fa' forte. Cerco di pensare disteso in un angolo della piazza agli ingredienti di questo cammino: la speranza, il silenzio, la solitudine, l'aggregazione, lo sforzo e il corazon perso tappa dopo tappa. A mezzogiorno la messa per i pellegrini con il rito del Botafumeiro, un incensiere alto 1.10m e del peso di 50kg che con stupore dei presenti viene fatto oscillare all'interno della cattedrale e l'ammirazione del Portico della Gloria. Magnifico portale scolpito nella pietra su cui ogni pellegrino pone la propria mano ricordando al santo con una preghiera il motivo o la promessa che lo hanno spinto fin qui.
Un ultimo pensiero ad un modo cosi' semplice di viaggiare come la bici e a tutte le persone che mi sono state vicine prima di concedermi alla citta' e al riposo che domani mi vedra' ancora a Santiago prima di rincorrere il tramonto del sole fino a Finis Terrae.
Se vi capita di passare per Santiago prima che il giorno finisca, e sentire un violino suonare Vivaldi o Brahms sotto la volta della scalinata che da Plaza da Immaculata porta a Plaza do Obraidero, fermatevi e sedetevi sugli scalini.
Non perdetevi quest'altra emozione da vivere.

11 Maggio 2005 Santiago-Finisterre km 137
Mi lascio alle spalle dopo un giorno di riposo la citta' di San Giacomo. Avvicinandomi all'Oceano scelgo la strada per Noia, la piu' lunga ma quella che mi avvicina alla costa nel piu' breve tempo. Il cielo e' coperto e l'avvistamento avviene con un gran sospiro. Dall'alto della mia bici mi sento un privilegiato. Comincio a costeggiarlo attraverso Muros, Cee sempre con la testa rivolta verso sinistra. Piu' pedalo e piu' il tempo migliora, riesco cosi' a scorgere il promontorio di Finisterre. Supero la spiaggia il porto il piccolo paese e getto l'ancora dopo il faro di Capo Finisterre. Oceano una visione immensa. Tra gli scogli anneriti molti sono i cumuli di cenere lasciati dai pellegrini che arrivati fin qui bruciano qualcosa del loro bagaglio. Io non bruciero' nulla restero' in silenzio seduto su di uno scoglio, e cenando con birra e sardine assistero' ad un tramonto che mi catturera' piacevolmente ben oltre le ventidue. Con gli ultimi bagliori scatto alcune foto alla Luna appena sorta e mi avvio verso il paese con la preziosa luce del faro che ruotando di continuo sopra la mia testa indica la rotta a tutti i naviganti.

12 Maggio Finisterre-A Coruna km 113
Rapito dalla distesa d'acqua cammino per la spiaggia di Langosteira lasciando dietro di me soltanto la traccia del pneumatico prima di avviarmi verso nord. Una strada tra gli eucalipti mi porta verso un'altra citta' di mare. L'A Coruna a pochi metri dal mare accoglie i viandanti con il suo simbolo la torre d'Ercole. Il faro piu' antico esistente al mondo ancora funzionante. Mi perdo anche se un po impacciato tra le minuscole calli di una verde citta' prima di seguire nuovamente la strada che lambisce la spiaggia e il porto. Domani dovro' malinconicamente separarmi dalla purezza dell'oceano.

13 Maggio A Coruna-Santiago de Compostela km 83 Totale km 2834
Partito con il sole avro' tutto il tempo di pedalare sotto la pioggia e separarmi dalla costa. Oggi andro' in bicicletta piano piano cercando come non mai la lentezza che durante questo cammino ha caratterizzato ogni km. Ancora incredulo mi sento affascinato e sereno di aver vagato e goduto in sella ad uno sgangherato ronzinante a due ruote per tutti questi giorni.
Grazie a tutti e
Buona vita
Viaggiatore Naturaider Sebastiano








































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































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