Avevo gia' letto di Ararad Khatchikian e della sua avventura "Sulle Orme di Balto" 1200 km in Alaska da Nenana a Nome con una slitta trainata da cani per onorare l'impresa del 1925 che salvo' da morte certa i bambini di Nome colpiti da difterite. L'avevo anche ascoltato in quanto chitarrista e cantautore autodidatta di vero pregio. Ma mai avrei pensato di andarlo a conoscere a Tarvisio e di conoscere cosi' la vera genesi della mia attuale passione tra il freddo del grande Nord.
Dopo un viaggio per seguire il fratello Armen che nell'inverno del 1984 prese parte con una muta di cani alla mitica IDITAROD rimane rapito e decide di seguire nuovamente il fratello negli anni sucessivi. Fu' cosi che nel 1985 e nel 1986 prese parte come primo italiano alla gara IDITASKI gara "sorella" di 350km con gli sci in una parte dello stesso trail
Il secondo anno la termina al 12 posto in 62 ore di gara di corsa con gli sci pressoche' ininterrotta
Ci brillano gli occhi e il cuore palpita quando condividiamo qualche ora con Ararad chiaccherando e sfogliando i ritagli dei giornali americani e riviste italiane di quasi trent'anni fa che Ararad custodisce in una cartellina trasparente..Abbracciare quei ricordi ci emoziona come quando ci ubriachiamo di fatica tra Rohn e Nikolai
Ora sappiamo che dobbiamo tutto a questi due fratelli se da qualche anno abbiamo la fortuna di vivere con la loro stessa curiosita' le terre estreme dell'Alaska.
Ora so e sto meglio.
Molti italiani dopo di Ararad presero parte a questo viaggio interiore tra fatica emozione e realta' ma mai da nessuno ho sentito parlare di questo pioniere che prese parte ad un evento che arriva a noi solo grazie a Joe Redington e alla scuola italiana di sleddog che Ararad e Armen fondano prima a Ponte di Legno e poi a Tarvisio
Dovrei scrivere molto sui cani che Ararad cresce con amore insieme alla moglie Monica nei pressi di Tarvisio combattendo con la quotidianita' che opprime e spesso non si accorge di realta' cosi' vicine al territorio e alla gente da suscitare invidie e attriti o di Francesco Querini veneziano che nel 1899 con una sllitta trainata da cani russi si avventuro' tragicamente nell'esplorazione del circolo polare Artico e che scopro da Ararad (io veneziano di terra non conosco questo valoroso e la sua enorme statua presso i Giardini di Castello a Venezia..che vergogna) ma il dono ulteriore di ricevere la patch dell'IDITASKI ci solleva ci spiazza e ci lascia senza parole..e come se fossimo in un isola nel cielo e avessimo con noi il nostro orizzonte
Piccole cose simboli straordinari gesti che porteremo con noi nel trail della vita
Grazie Ararad umile sanguemisto
Happy Trail
Iditaski 1986 |
1 commento:
Grande Uomo....che sani incontri nella Vita...ciaoooo
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